Sopravvivere al quotidiano, “Un libro per i fotografi”
Ieri, 11 maggio 2009, sono stato invitato dal mio amico Zuccaccia alla presentazione del suo libro “Un libro per i fotografi” in occasione della IV edizione del Fotosintesi a Piacenza con il titolo “Sopravvivere al quotidiano”, una mostra dislocata in diverse sedi. Purtroppo per mancanza di tempo sono riuscito a visitare soltanto lo Spazio Costa, un luogo di straordinaria bellezza, le sale e gli affreschi. Non credo sia stato facile esporre in queste sale delle fotografie, perché lo sguardo tende a fluire verso le meraviglie del palazzo più che nelle fotografie, ma in realtà le foto ci sono e si fanno avanti nuovi fotografi, nuove immagini. La maggior parte dei fotografi esposti non li conoscevo, la cosa mi fa piacere, e dico “finalmente vedo qualcosa di nuovo ad un’oretta da Milano”.
Machiel Botman
La sorpresa è stata nell’entrare in una della stanze e trovare le fotografie di Machiel Botman, era come se a un certo punto il fotografo avesse raccolto tutto il materiale che si trovava sul suo tavolo da lavoro e, cosi com’era, man mano lo avesse appeso, attaccato alle pareti di questa stanza, un’intimità rara, dove governa il tempo, una poesia, un tempo della luce, dei figli, del corpo, della natura, della casa, il tempo sì, quello delle cose, memorie, vita e luogo. Per noi frenetici la visione di queste foto ti provoca quasi un senso d’apnea, soffocante, ma dopo poco ritrovi in te stesso la sensazione che puoi rimanere fermo, e allora si inizia a “vedere” e il respiro diventa un bel respiro.
Luciano Zuccaccia Un libro per i fotografi
La serata si conclude nella stessa stanza espositiva di Botman, con la conferenza tenuta da Zuccaccia e Salbitani a un tavolo rotondo, ricco di merletti dorati, credo stile napoleonico, non me intendo molto, più che altro è stata una conversazione tra due esperienze, una chiacchiera amichevole come si suol dire, tra due fotografi, e noi lì, come in una scena teatrale, comprendevamo attraverso questi due attori il senso del libro, del libro fotografico, le sue difficoltà, i suoi intrecci nella storia, in una storia d’altri tempi e dei nostri tempi, due chiacchiere fatte così in maniera spontanea, come una fotografia.