Alfred Stieglitz,
probabilmente è stato il fotografo che ha fatto più di qualsiasi altra persona per promuovere la fotografia. La vocazione ha portato Stieglitz a fare molto per l’arte in generale, e per farlo ha dovuto parlare, ha dovuto scrivere ampiamente e autorevolmente su molti aspetti della fotografia. In tutta la sua vita, Stieglitz si dedicò quasi interamente alle indagini di verità e d’integrità nell’espressione artistica, un esempio che continua a influenzare il pensiero di molti cultori dell’immagine ancora oggi.
«In tutte le sue fotografie, ma soprattutto in quelle dell’ultimo periodo, egli cerca di rappresentare la realtà in modo tale da dare all’osservatore l’impressione d’esservi presente».
Autoritratto 1907, platinum print. →
National Gallery of Art, Washington, Alfred Stieglitz Collection
Parlare di Alfred Stieglitz, non sarebbe da me appropriato, ma vorrei mostrare la sua importanza e dare la curiosita ad un ampio approfondimento. Possiamo dire che è stato un fotografo e gallerista di grande importanza nel mondo dell’arte del XX secolo. Nato nel 1864 a New York, è diventato noto sia per il suo lavoro fotografico che per il suo contributo al movimento artistico moderno, contribuendo a elevare la fotografia a un livello di riconoscimento artistico, auspicava per la fotografia l’accettazione come forma d’arte alla pari del disegno o la pittura. Nel 1902, crea il gruppo ‘Photo-Secession’ e avvia la sua prima galleria, esponendo fotografi profondamente influenzati dai pittorialisti europei. L’anno successivo, insieme all’amico giovane fotografo e pittore Edward Steichen, fonda e dirige una nuova rivista chiamata “Camera Work” per promuovere la fotografia come forma d’arte, che continuerà la sua pubblicazione fino al 1917. Il 25 novembre 1905, al 291 della Fifth Avenue, si apre la galleria d’arte “291” a New York, che è diventata un importante punto di riferimento per l’esposizione di opere di artisti modernisti come Georgia O’Keeffe, Marsden Hartley e molti altri. La sua attività non si è limitata alla fotografia e alla gestione della galleria; Stieglitz è stato anche un difensore delle avanguardie artistiche, contribuendo a far conoscere movimenti come il cubismo e l’espressionismo americano. La sua influenza nota in tutto il panorama della fotografia è stata profonda e duratura, un contributo eccezionale al mondo dell’arte del XX secolo.
Paul Strand, raccontava che Stieglitz era capace di parlare per ore senza mai essere interrotto. A volte “collassava” letteralmente gli ascoltatori, era uno di quelli che non amava essere contraddetto. A New York se piacevi a lui, come artista, era fatta.
Conclude dicendo, in un discorso evocatore che rispecchia la carica missionaria di cui era investito Stieglitz.
“E noi, che cosa abbiamo fatto? Persistiamo nel vecchio atteggiamento; alziamo le spalle con aria soddisfatta; i salotti di fotografia forse vanno bene all’estero, ma noi non potremo mai avere delle esposizioni importante sugli stessi criteri. Lasciatimi dire che non ci credo, ho visto la stessa sfiducia all’estero, gli stessi sorrisi dubbiosi, la stessa aria compiaciuta e tuttavia esiti vittoriosi. Noi americani non possiamo permetterci di rimanere a guardare. Abbiamo ottimo materiale attorno a noi, nascosto in molti casi, tiriamo fuori! Decidiamoci una volta per tutte che siamo all’altezza della situazione!”
A. Stieglitz, A Plea for a Photographic Art Exhibition, in The American Annual of Photography and Photographic Times Almanac, 1895