Immagine verosimile
Un’immagine visibile che possa essere un veicolo per esplorare e comprendere dimensioni più profonde e invisibili della realtà
Le prime immagini verosimili si trovano nel bacino del mediterraneo, inizialmente in Egitto e in particolare in Grecia.
Sono state fatte delle scoperte di sculture greche incredibilmente verosimili alla persona1Il termine persona proviene dal latino persōna (corpo-maschera dell’attore), e probabilmente dall’etrusco phersum (corpo-‘maschera dell’attore’, ‘personaggio’), il quale procede dal greco πρóσωπον (prósôpon). Il concetto di persona è un concetto principalmente filosofico, che esprime la singolarità di ogni individuo «volto». dove essa è riprodotta nella sua assoluta e sublime somiglianza, al punto tale da rendere la figura umana matematicamente perfetta.
400 a.C., in questa penisola del mediterraneo gli uomini scolpiscono nel marmo e fondono nel bronzo delle statue che imitano la forma esterna dei corpi umani in maniera mirabile, stupefacente, perfetta.
Tra le tante cose inventate dai greci c’è anche lo sport, l’atletica.
Discobolo di Mirone
Museo nazionale romano di Palazzo Massimo, Roma (Discobolo Lancellotti)
Poetica di Aristotele.
Un’opera fondamentale della cultura greca, particolarmente rilevante per noi fotografi, è la “Poetica” di Aristotele.
Aristotele, maestro di Alessandro Magno, trasmise al giovane condottiero una visione che andava oltre il Mediterraneo, indicando che l’origine della nostra civiltà non risiedeva lì, ma nella regione dell’Indo. La nostra civiltà e la nostra lingua derivano da popolazioni che si sono mosse dall’Asia verso l’Occidente, dando vita a ciò che oggi definiamo “civiltà indoeuropea”. Questo alimentò il sogno di Alessandro Magno di unire sotto il suo dominio queste terre lontane, diventando così “re del mondo conosciuto”. Morì vicino quasi ai confini dell’India, in Afghanistan, dove recenti scoperte archeologiche hanno portato alla luce una città di fondazione macedone.
CONTRASTI FOTOGRAFICI
Dalla voce di Giovanni Chiaramonte: le origini della visione occidentale.
L’umano genere attraverso il suo sguardo, la Poetica di Aristotele ci dice che l’uomo è contraddistinto dall’imitazione; tutto l’umano genere cresce imitando come in uno specchio.
L’Occidente nel mondo greco, con il teatro nella rappresentazione, nel fare presente i brani della vita, per comprendere attraverso la recita delle tragedie e delle commedie qual è la via del bene; egli prende “brandelli della vita per metterli in scena”.
← Video di Davide Marcesini
Aristotele afferma che l’arte è mimesi, cioè imitazione del visibile. L’istinto di imitare è parte naturale dell’uomo e sicuramente un elemento centrale della nostra cultura. Per la cultura greca, l’imitazione della natura è la regola, “origine dell’arte”. I greci, prendendo ispirazione dagli antichi egizi, scoprirono che la natura segue leggi precise e universali. Grazie a questo, svilupparono la geometria e la matematica – basti pensare a Pitagora ed Euclide. Le loro statue, infatti, seguono proporzioni numeriche rigorosissime, tanto che queste proporzioni possono perfino essere tradotte in musica.
La civiltà greca è fondamentale perché, a differenza di altre culture di altri continenti, essa fonda l’arte sulla mimesi, sull’imitazione della natura. Per i greci, dietro il caos del divenire si cela un’armonia perfetta, che chiamano cosmo: un ordine matematico, geometrico e preciso.
La geometria nel mondo greco
← La Porta dei Leoni era l'ingresso principale alla città di Micene
risalente al 1300 aC circa
Un esempio di questa perfezione geometrica è la Porta dei Leoni di Micene. Di forma quadrata, la sua struttura rivela un’armonia matematica: il quadrato si può inscrivere nel cerchio e, allo stesso modo, il cerchio si inscrive nel quadrato. Tutto è geometrico e perfettamente bilanciato, riflettendo quella precisione matematica che i greci cercavano nell’arte e nell’architettura.
"Uomo Vitruviano" Leonardo da Vinci
Qualche secolo dopo Leonardo da Vinci, nel suo celebre disegno noto come “Uomo Vitruviano,” rappresenta l’uomo inserito sia in un quadrato che in un cerchio.
L’uomo è disposto in modo che la sua figura si adatti sia a un quadrato che a un cerchio, evidenziando l’armonia proporzionale. Il quadrato rappresenta la perfezione geometrica e la solidità, mentre il cerchio simboleggia l’infinità e la divinità.
Il significato simbolico di quest’opera rappresenta una sintesi tra l’umanesimo, la scienza, l’arte e la filosofia del Rinascimento.
La concezione dell’uomo come “riflesso dell’universo”, in cui il corpo umano è considerato una misura armonica e proporzionale che incarna l’armonia tra l’uomo e la natura, l’umano diventa la centralità dell’universo.
Questa rappresentazione simbolica è stata creata intorno al 1490 e si basa sulle proporzioni ideali descritte dall’architetto romano Vitruvio.
Vitruvio, architetto e ingegnere romano del I secolo a.C., è noto principalmente per la sua opera “De Architectura”, un trattato in dieci libri che ha influenzato profondamente l’architettura occidentale. Vitruvio poneva grande enfasi su tre principi fondamentali dell’architettura: “firmitas” (solidità), “utilitas” (funzionalità) e “venustas” (bellezza). Secondo lui, un edificio doveva essere stabile, utile e esteticamente gradevole. La sua visione dell’armonia tra proporzioni architettoniche e il corpo umano, espressa da Leonardo da Vinci nel famoso “uomo vitruviano”.
← Da Architettura, di Marcus Vitruvius Pollio
“uomo al centro dell’universo”
La figura di Cristo nel dipinto rappresenta il culmine della perfezione umana e divina. In un certo senso, Cristo qui incarna l’idea rinascimentale di “uomo al centro dell’universo”, non solo come essere umano, ma come il tramite tra l’umano e il divino, che domina e ordina il caos del mondo.
Piero della Francesca
Resurrezione, 1458-1474