L’uomo della preistoria e l'invisibile
L’immagine come consapevolezza che l’uomo ha di non poter coincidere con la realtà visibile.
La natura, così com’è, non soddisfa l’uomo; egli sente il bisogno di cambiarla, modificarla e trasformarla.
L’uomo introduce nuove forme, egli modifica la natura del mondo. In questo adoperarsi sorge la domanda, da dove provengano queste intuizioni e idee…
L’uomo tutto questo lo fa ad opera dell’immaginazione (l’invisibile che crea il visibile).
Fin dalle origini della preistoria, l’uomo plasma e costruisce, come attestano tracce risalenti a circa 8000 anni a.C., come le figure rupestri della Località Naquane a Capo di Ponte, BS.
Figure rupestri della Località Naquane a Capo di Ponte, BS
Osservando le stagioni della natura, l’uomo nota come, in mezzo al caos naturale, le cose vivano, muoiano e rinascano. Gli alberi, una volta ricchi di foglie verdi, diventano spogli, sembrando morti, solo per rinascere con le foglie e i frutti. Gli animali un giorno son vivi e muoiono il giorno successivo.
“L’uomo osserva delle costanti, come il cielo, il sole, la luna e le stelle, sempre presenti, invariabili durante la notte e il giorno.”
Con il passare del tempo, l’uomo intuisce e inizia a comprendere i cambiamenti naturali, ambientali e astronomici, riconoscendoli come un ciclo costante simile ad una spirale che si sviluppa da sinistra verso destra, “da oriente a occidente” come ad esempio le conchiglie.
L’uomo si rende conto che le cose date dal mondo sono di più di quello che appaiono, l’invenzione nascono tutte dall’immaginazione,…
«dall’azione dell’immagine»
…queste forme da lui create, queste figure, emergono da una forza invisibile, strutturalmente legata al mistero.
Antropologia Cultural, Medicina Indigena de America y Arte Rupestre Argentino.
DR. FIZ FERNÁNDEZ
IL CULTO Dell’Immagine
Immerso nel caos del mondo, l’uomo percepisce, in queste costanti cicliche, un ordine più grande, una grandezza alla quale non può accedere, ma solo accettare. Questa natura selvaggia porta l’uomo, nella sua breve vita, ad affrontare sofferenze e, alla fine, la morte, quest’ultima, è una parentesi la quale l’uomo non gradisce. La morte è certamente un argomento profondo e complesso, suscettibile di molte riflessioni e interpretazioni, pone sfide e domande esistenziali.
L’uomo, per dare una spiegazione alla morte e alleviare questa sofferenza, inventa miti e divinità, cercando di dare senso a tutti quei fatti inspiegabili.
I racconti mitici delle diverse culture narrano dell’origine del mondo e dell’origine dell’uomo. In questi racconti, le forme inventate dall’uomo vengono attribuite a culti ideati dall’umanità, considerati entità più potenti, come divinità celesti o forze, intuibili come doni provenienti da queste divinità.
Gli artisti, da sempre, si confrontano con le divinità, un mistero che aleggia come un sintomo “corpo-mondo”, coinvolgendo l’uomo in una visione, una figura, una forma.
Cueva de las Manos, 13.000 e 9.500 anni.
Argentina - Santa Cruz
Nel film “2001: Odissea nello spazio” viene rappresentato perfettamente il concetto primordiale dell’uomo e l’acquisizione di una consapevolezza, seppur ancora prematura, del proprio esistere. Il monolite suscita innanzitutto la curiosità in queste creature, seguita dalla domanda che esprime il desiderio di conoscenza e richiede l’attivazione del pensiero e del ragionamento. Nelle prime scene del film, si assiste al confronto tra delle scimmie che combattono per difendere una pozza d’acqua; una di esse osserva un osso per terra e lo trasforma in un’arma.
L’essere umano, nel momento in cui trasforma un osso in una clava, compie il primo vero atto di immaginazione. Da lì, egli comprende che le cose visibili hanno significati più profondi di quanto possono apparire superficialmente. Se così non fosse, un bastone rimarrebbe semplicemente un bastone. È proprio questa capacità che permette all’uomo di trasformare l’ordinario in qualcosa di straordinario. Un gesto primitivo ma potentissimo, far emergere il lato nascosto delle cose, il simbolo che risiede sotto la superficie visibile. Perché il mondo non è mai solo immagine, è un insieme di segni e significati che l’uomo abita e interpreta poeticamente.
“vedere per comprendere o comprendere per vedere”…! sono ambivalenti.
l’azione dell’immagine
Questo scenario immaginario si basa su un esempio di come l’osservazione della natura possa ispirare le origini culturali dei diversi popoli. Immaginare, un albero caduto, e lì per terra. Per comprendere meglio il tema posto come immagine, dobbiamo considerare che ciò che sto vedendo è un’immagine di un albero sradicato che giace a terra. L’uomo sa che il legno galleggia, ed è in quel momento che questa immagine genera una canoa, suggerendo all’uomo qualcosa di diverso. Ma attenzione: questo suggerimento è in relazione al fatto che egli sa che il legno galleggia sull’acqua. L’uomo sa che il vento sposta il tronco più velocemente sull’acqua, e quindi, vedendo il tronco passare come una scheggia, gli suggerisce una vela, evitandogli lo sforzo di remare, perché in questo da farsi l’uomo ha sempre cercato di migliorare.
Penso poi ai Maori, un popolo del Pacifico che, con le loro canoe, riescono a navigare nel mare aperto per distanze incredibili, da cinquemila a settemila chilometri. Questo dimostra che l’ingegno umano, basato su osservazioni semplici e naturali, può sopperire svariate necessità.