Luigi Ghirri
Niente di antico sotto al sole
Raccolti diffusi da Giovanni Chiaramonte.
Ecco Ghirri, che diceva…
mettendoli in fila, uno dopo l’altro, questi luoghi formano una sorta di sequenza, attenzione, una sequenza, non di fotografie, ma di pietre, chiese, gesti, luci, nebbie, rami coperti di brina, mari azzurri. Così diventano il nostro paesaggio impossibile, senza scala, senza un ordine geografico per orientarci. Un groviglio di monumenti, luci, pensieri, oggetti, momenti, analogie formano il nostro paesaggio della mente che andiamo a cercare, anche inconsciamente, tutte le volte che guardiamo fuori da una finestra, nell’aperto del mondo esterno, come se fossero i punti di un’immaginaria bussola che indica una direzione possibile.
E poi la fotografia, che può essere usata come traccia della vita. Guardate questa magnifica immagine di Luigi Ghirri, c’è un angelo che sembra scrivere la parola conoscenza. Bellissimo, l’angelo che scrive la parola conoscenza, perché la fotografia è sempre traccia di un’esperienza. Le pietre, le chiese, gesti, luci, tutte lasciano la loro traccia nelle immagini.
Il problema è quando c’è una relazione vivente. Attraverso le immagini di quel fotografo, mi ritrovo davanti agli oggetti del mondo, cercando in questa bussola immaginaria una direzione possibile.